domenica 3 gennaio 2016

Un viaggio chiamato vita (di Banana Yoshimoto)

La vita è fatta di piccole felicità insignificanti, simili a minuscoli fiori. Non è fatta solo di grandi cose, come lo studio, l'amore, i matrimoni, i funerali. Ogni giorno succedono piccole cose, tante da non riuscire a tenerle a mente né a contarle, e tra di esse si nascondono granelli di una felicità appena percepibile, che l'anima respira e grazie alla quale vive.

Banana Yoshimoto

Una scrittrice che amo è Banana Yoshimoto. Nei suoi molti libri il comune denominatore, dovuto anche senza dubbio all'abilità dei traduttori, è una semplicità allo stesso tempo profonda e leggera. Tipo questo scritto di seguito:

Ceramica Raku

Mi è sempre piaciuta molto. Ho trovato questo testo in cui viene spiegato cosa è e le sue origini. SIGNIFICATO RAKU Raku significa gioire il giorno, vivere in armonia con le cose e gli uomini. Raku ha origine dal nome di Rikyu maestro della cerimonia del tè, vissuto in Giappone nel XVI secolo. La cerimonia del tè era un fatto molto importante che coinvolgeva costumi e pensiero filosofico di questo popolo. Sembra che la caratteristica della tecnica Raku sia dovuta ad un ceramista del XVI secolo della città santa di Kyoto. Egli fabbricava tegole, con la stessa tecnologia cominciò a produrre ciotole di forma tondeggiante, senza manici, così da poterle stringere fra le dita. Usò l’argilla delle tegole ricca di sabbia silicea, quindi refrattaria, costruì un piccolo forno che gli consentiva una rapida cottura. Crescendo la richiesta del mercato incominciò ad estrarre le ciotole ancora calde dal forno servendosi di pinze di ferro. Così nacque per caso la tecnica Raku. Nel corso dei secoli il Raku è stato considerato un modo nuovo di fare ceramica a bassa temperatura, il corpo argilloso deve essere moto refrattario per consentire all’oggetto di resistere agli sbalzi di temperatura a cui è sottoposto durante il processo di cottura rapida (1h – 1,30h). Questa tecnica fu introdotta nel mondo occidentale dal ceramista inglese Bernard Leach, che passò nove anni tra la Cina e il Giappone per approfondirla presso i maestri vasai. Negli ultimi 40 anni il Raku si è diffuso enormemente in occidente e particolarmente negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Canada, Australia dove i ceramisti hanno apportato nuove tecniche nella ceramica Raku. Una delle più interessanti è la “riduzione” che consiste nel togliere l’oggetto incandescente dal forno, ponendolo dentro una buca o un contenitore pieni di materiali (segatura, foglie, stracci imbevuti di olio, ecc.) e chiudendo il tutto. Questi materiali bruciando provocano la riduzione dell’ossigeno. Arrestando questo procedimento e immergendo l’oggetto nell’acqua, si provocano le cosiddette cavillature e una serie di reazioni chimiche che determinano una variazione ne riflessi di colore degli ossidi, smalti, per cui il risultato finale è unico e irripetibile. Nel Raku la terra, l’acqua, il fuoco e l’aria sono i protagonisti principali legati comunque alle capacità creative dell’uomo.